SITUAZIONE ECONOMICA ITALIANA AL 2016

Un anno è trascorso dallo scorso report, ma la situzione economica del Bel Paese non è migliorata. In ogni settore le cifre non confortano, da un lato perchè sono catastrofiche e dall'altro perchè, anche in presenza di sporadici segnali positivi, questi celano aspetti fortemente negativi. Rivediamo i dati econimici ufficiali per poi passare a quelli reali. 


Cominciamo dai dati al terzo trimestre 2016 (ufficiali dal 30/9/2016 al 30/11/2016): PiL allo 0,7%; Deficit/PiL al 2,6%; Debito/Pil al 133,2%; Debito pubblico a 2.215 miliardi di euro e Pil a 1.640 miliardi di euro. A fronte di una forza lavoro di 39.162.000 persone, la disoccupazione si attesta al 11,6% (2.990.000 persone) e quella giovanile al 37,5%, da notare la massa degli inattivi al 34,18% (13.397.000 persone). 
Omettendo tutta la spiegazione che feci nel report del 2015, appare evidente che i dati 2016 siano molto simili a quelli dell'anno precedente, evidenziando una mancanza di miglioramenti. In particolare si evidenzia che a fronte di una crescita del Pil pari a 11,4 miliardi di euro si sono fatti debiti per 45 miliardi di euro (e nel dic. 2016 il debito è salito ancora!) evidenziando che per ogni euro di Pil il Pase si indebita per 3 euro, il che equivale a pura follia insostenibile.
Ricordando la spiegazione dei dati presente nel report del 2015, passiamo all'esame dei dati reali, cioè dei dati non rimaneggiati ad hoc per far sembrare che tutto vada bene.
Il PiL si attesta a 1.332 miliardi di euro (cala leggermente la componente negativa del sommerso +criminalità), apparentemente con un aumento di 17,82 miliardi (l'1,356%), ma va evidenziato come rispetto all'anno precedente sia raddoppiato il contoimmigrazione illegale, che è salito di 3 miliardi, quindi il dato sarebbe di un +1.12% circa. In questo +1,12% ci sono lo 0,93% di incremento dell'exoprt (cioè le aziende che sfruttano stagisti e praticanti e grandi amanti dei vaucher) e voci straordinare ed irripetibili come l'expo milanese (i cui effetti entrano anche nel 2016). In sintesi pur essendo matematicamente e legalmente positivo il dato 2016 è senza dubbio più un artificio contabile che una crescita strutturale.
Il deficit/PiL si è attestato al 3,22% con 49,2 miliardi di euro, mentre il debito/PiL si è attestato a 166,29%, evidenziando un peggioramento in termini reali dell'andamento dell'economia nazionale; inoltre la disoccupazione si è attestata al 41,84%, in peggiormanto anch'essa rispetto al dato dell'anno precedente. Spiecifichiamo anche che se l'occupazione fosse parametrata ai giorni lavorativi di 8 ore standard, il dato sarebbe assai peggiore (i calcoli ufficiali considerano occupato un individuo con poche giornate lavorative, magari a vaucher!).
Visti i numeri che non sono certo confortanti, analizziamo la situazione dell'economia reale per meglio comprendere quali siano le prospettive.
Rimane pesante la situzione del settore creditizio, che con mirabilanti azioni finanziarie sta da un lato trasferendo parte dei crediti inesigibili a soggetti che per speculazione li acquistano a valori ridicoli ed al contempo sta facendo pagare le perdite generate ai propri azionisti (il che si traduce con un impoverimento nel breve-medio dei risparmiatori); il mercato del lavoro rimane sterile e peggio ancora, finiti gli incentivi statali, si è tornati a saldi occupazionali negativi e con una qualità dell'impiego indegno di un paese civile - leggasi precarie ed occasionali occupazioni (non serve creare 1 milione di posti di lavoro a 300 uero, meglio crearne meno ma di maggior qualità); la produzione industriale ha registrato un +1% circa, ma desta preoccupazione che buona parte del segno + sia dovuto al settore auto (che sta lentamente lasciando il paese) e che le poste negative evidenzino un crollo dei settori tradizionali quali il tessile e l'abigliamento. Inoltre una spada di Damocle enorme volteggia sulla nostra testa: i tassi hanno incominciato la loro risalita e nel giro di 3 anni arriveranno almeno al 2,85/3,25%; considerando gli stock di debito in scadenza e la grande genialatà del BTP italia (indicizzato) si è stimato che ci sarà un impatto sul conto pubblico degli interessi di circa 3 miliardi di euro (stima ottimistica basata sul tasso medio dello stock esistente e sull'andamento dei tassi italiani rispetto ai riferimenti UE). In sintesi i dati sono pessimi, perchè a fronte di un minimo segno positivo dovuto all'exoprt ed al settore auto non si sono creati posti di lavoro stabili e non si sono creati meccanismi virtuosi nell'economia che rimane relegata a numeri ridicoli relativamente all'inflazione ed alla crescita.
Viviamo in un Paese che ha imposte e tasse troppo alte, una burocrazia costosa ed inutile e peggio ancora spesso fonte di corruzione. Abbiamo pseudo-imprenditori che sfruttano la manodopera e si indebitano fino al collo per andare avanti mostrando che ipiedi dell'economia italiana sono d'argilla, infatti in caso di tassi crescenti e crisi del settore bancario (eventi tutt'altro che impossibili di questi tempi) buona parte delle imprese (anche quelle BIG quotate a piazza affari) salterebbero creando orde di esuberi e disoccupati e lasciando solo macerie economiche dietro di se.