Essere facilmente raggiungibili dovrebbe essere nell’interesse di ogni azienda, grande o piccola, il che comprende un buon collegamento stradale e alcuni cartelli segnaletici posizionati in punti strategici. Nessuna azienda vorrebbe vedere i propri clienti vagare disperati, magari dopo aver viaggiato per ore, alla ricerca di un qualunque indizio sulla loro destinazione finale ... o almeno così credevo io!  A quanto pare mi sbagliavo e dovetti scoprirlo con un’esperienza diretta alla quale io stesso ancora oggi fatico a credere e che trasformò un bel sogno in un orrendo incubo popolato da famelici insetti.

Tutto ebbe inizio quando una delle solite società di selezione mi contattò per una posizione interessante nello staff di una solida azienda di piccole dimensioni, con l’ipotesi di uno stipendio eccezionale e di notevoli prospettive. Dopo un primo incontro conoscitivo, fui ricontattato per un colloquio presso la sede di lavoro e mi convinsi che tutto stava procedendo per il meglio … finché non mi ritrovai a girare come un topo in trappola a caccia del formaggio in un labirinto per esperimenti scientifici.

Avevo con me l’indirizzo dell’azienda, le indicazioni stradali fornite dalla società di selezione e persino una piantina dettagliata della zona, che avevo analizzato accuratamente prima di partire. Come uno scolaretto diligente, avevo seguito le istruzioni alla lettera … ma la strada che avrebbe dovuto condurre alla mia destinazione semplicemente non esisteva nel mondo reale: esisteva sulle piantine, sulle mappe scaricate dalla rete e nella mente fantasiosa di chi mi aveva fornito le indicazioni; ma nella realtà, alle coordinate GPS di quella zona corrispondevano solo rigogliosi campi agricoli che si estendevano a perdita d’occhio fino al fiume, costeggiato da un intrico di vecchie mulattiere!

Sarebbe decisamente improponibile stabilire la sede di un’azienda manifatturiera in una posizione così inaccessibile per chiunque non viaggi a cavallo o su un trattore!

Ovviamente, guardandomi bene dall’avventurarmi in mezzo ai campi, mi ritrovai a girare avanti e indietro sulla statale, alla ricerca disperata di indizi, finché - dopo circa mezz'ora, accaldato e disperato - mi trovai costretto a distogliere un artigiano dal lavoro per avere il suo prezioso aiuto. Con mia somma sorpresa, non appena ebbi pronunciato il nome della ditta, vidi le mani sporche di grasso dell'artigiano afferrare il cellulare per chiamare la moglie del titolare dell'azienda. "Ah! Deve passare dal frantoio?!?", urlò l'artigiano dentro il cellulare, meravigliato ed incredulo egli stesso di questa assurdità. Dopo una lunga sequenza di cordialità e di battute tra i due, finalmente la telefonata si concluse ed ottenni le informazioni che cercavo. Data l'attendibilità della fonte e l'apparente impossibilità di raggiungere l'azienda per qualunque altra via, mi addentrai in mezzo ai campi, attraverso un sentiero sterrato (definirlo "strada" sarebbe offensivo persino per i percorsi più accidentati dell'entroterra africano!), costellato di gigantesche buche nelle quali il terreno argilloso si mescolava con acqua putrida producendo una sorta di brodo primordiale dal quale fuoriuscivano nugoli di insetti famelici ancora in attesa di essere catalogati dai biologi. Mentre la mia auto si faceva strada ballonzolando come il carro di un pioniere del West tra le fronde che sfioravano la carrozzeria, mi domandavo se i dipendenti di questa azienda fossero tutti dotati di trattori agricoli per raggiungere il posto di lavoro e se tenessero in via precauzionale un enorme machete nel bagagliaio per avanzare in mezzo alla vegetazione rigogliosa.

Alla fine di questo lungo e tormentato tragitto, come preannunciato dall'improbabile amico della consorte del titolare, si ergeva imponente l'edifico dell'azienda, identificato da un'enorme insegna che dominava l'argine del fiume, tronfia ed orgogliosa di essere ammirata soltanto dai numerosi avventori piumati e dagli enormi imenotteri che svolazzavano tra la campagna ed il fiume.

Speravo almeno che questa disavventura si concludesse con un'adeguata offerta di impiego, conforme alle mie aspettative. Ma le sorprese non erano finite: il dipendente sarebbe stato una sorta di tutto-fare di infimo livello, alla mercé di una dispotica dirigente che si autorappresentava come la reincarnazione del dio Thot per il solo fatto di aver ottenuto una laurea in chimica durante i moti studenteschi del '68. Si era fatta l'idea di incrementare il giro d'affari dell'azienda proponendo offerte a nuovi potenziali clienti stranieri - e magari invitandoli a visitare la loro sede per siglare un contratto quadro?!? E come pensa che possano arrivarci? Non oso nemmeno immaginare come un dirigente di una grande azienda multinazionale tedesca o francese, nel suo abito scuro migliore, con le sue belle scarpe di pelle e cuoio da 300 euro, possa affrontare quel percorso accidentato in stile "Camel Trophy" con la sua scintillante berlina di rappresentanza ... per poi abbandonare il povero veicolo come un catorcio inutilizzabile, dopo averne lasciato tutti gli ammortizzatori ad essere fagocitati nel brodo primordiale!

Tutto questo, ovviamente, solo a patto che abbia fortunosamente incontrato l'amico della moglie del titolare, unico soggetto umano (lasciamo stare quindi i gabbiani) nel raggio di 2 km quadrati che possa spiegare come raggiungere l'azienda! E dopo tale esperienza, il malcapitato dirigente dovrebbe tornare a casa con la convinzione che questo sia il suo fornitore ideale?!? Un fornitore così attento ed organizzato da non avere neppure una strada che conduca i veicoli alla sua sede, né tanto meno un cartello che indichi dove trovarlo? Senza parlare del sito web istituzionale, che sembra creato da un neofita dell'era digitale, che spera di ascendere la scala delle sue competenze partendo da tecnologie ormai obsolete da vent'anni!!

L'aberrante clone di Thot in gonnella riteneva che io fossi disposto a trasferirmi in mezzo ad una giungla che avrebbe fatto impallidire  quella in cui si celano i traffici dei narcos colombiani per un contratto a tempo determinato, con uno stipendio che a fatica avrebbe raggiunto il minimo sindacale, con l'obiettivo di aiutarla ad attirare folle di potenziali clienti in questa maldestra gita campestre. Il tutto poi, senza includere nella proposta una macchina agricola per raggiungere il posto di lavoro... ma stiamo scherzando?!?! Almeno avreste potuto considerare di fornire un machete ed un potente repellente per insetti nel kit di benvenuto ai nuovi assunti! Con un buon paio di stivali da palude e questo kit di benvenuto, si potrebbe quanto meno cercare di raggiungere il posto di lavoro... In ogni caso, temo di non essere sufficientemente scaltro da attirare con l'inganno degli individui civilizzati in questo parco del giurassico.

Lasciai quindi questo ambiente bucolico nella speranza che tra i gabbiani non svolazzassero anche dei maestosi pterodattili e tornai verso il nuovo millennio, dopo aver "passato il frantoio".