Operai?!? No, qui abbiamo solo tecnologia!!

Negli ambienti economici si discute ormai da tempo della Terza Rivoluzione Industriale, un cambiamento epocale che comporta la sostituzione dei lavoratori con soluzioni tecnologiche, da banali software fino alla robotica, per assicurare alle aziende costi sempre più bassi e redditi sempre più alti.


Per chi non se ne fosse accorto, la rivoluzione è già iniziata da tempo: i centralinisti sono stati in larga parte sostituiti da risponditori automatici, le cassiere da casse automatiche, i panettieri da macchine industriali e i barman da macchine per bevande calde che crescono e si diffondono anche nei nostri centri storici. Insomma, non parliamo soltanto della catena di montaggio, dove ormai imperversano soluzioni robotizzate ed informatizzate, che hanno rimpiazzato migliaia di lavoratori: il fenomeno si estende infatti come un cancro anche nel settore dei servizi. Un esempio tra molti è stato l'annuncio di JP Morgan, di licenziare oltre 5.000 dipendenti (il 2% del totale), al fine di riorganizzare 5.570 filiali, nelle quali la tecnologia sostituirà i lavoratori umani. In altre parole, in futuro sarà una macchina a proporvi e gestire investimenti e forme di finanziamento, in base ad una serie di algoritmi.
Ma la questione che nessuno ha ancora affrontato e risolto è quella della domanda di beni e servizi in un’economia basata sulla tecnologia: tutta la nostra economia e l’esistenza stessa delle corporates si basa infatti sul consumo di massa. Ma il consumo di massa è alimentato da milioni di operai e impiegati che dispongono di un reddito da lavoro dipendente. Quando la massa sarà composta da disoccupati, privi di qualunque disponibilità finanziaria e di garanzie per eventuali forme di credito al consumo, chi acquisterà i prodotti realizzati dalle macchine? Chi richiederà il servizio di gestione degli investimenti gentilmente offerto dall’interfaccia tecnologica di  JP Morgan? Questo dovrebbero chiedersi gli imprenditori di tutto il mondo!
Quando Henry Ford realizzò il suo famoso modello T, lo fece pensando ad un’auto che anche i suoi operai potessero acquistare. Pensò al prodotto, alla tecnologia, ai costi e al mercato di riferimento. Pare che gli imprenditori moderni si siano dimenticati che, per quanto si possa ridurre il costo di produzione, non si guadagna nulla se la merce rimane ad impolverarsi e marcire nei loro magazzini!