Essere estromessi dal mondo del lavoro è già abbastanza traumatico di per sé… ma il trauma maggiore è scoprire come la propria disgrazia generi un ricco business per fantomatici consulenti.

“L’azienda si impegna ad aiutarti nella ricerca di nuova occupazione all’altezza delle tue qualifiche”, dice il direttore del personale, che ti ha appena rubato la sedia da sotto le chiappe, “Sarai affidato ad un consulente di un'importante società di outplacement, che ti fornirà tutti gli strumenti e i suggerimenti necessari per ricollocarti al meglio in un’altra azienda. Ovviamente le spese relative a questa consulenza saranno sostenute da noi […]”.
A quel punto, ti sembra tutto più roseo ?!?!? se sì, complimenti! La tua ingenuità potrebbe illuminare uno stadio di calcio!

 

Tanto per cominciare, ti stanno informando che preferiscono pagare qualcuno per trovarti altri pascoli in cui ruminare, piuttosto che pagare le tue competenze professionali… poi ti stanno dando in pasto a qualcuno che ti insegnerà a: scrivere un curriculum vitae, individuare aziende e società di selezione a cui mandarlo e sostenere un colloquio. Data la situazione, probabilmente hai già fatto cose di questo genere in passato, con efficacia (a meno che tu non fossi raccomandato… nel qual caso, com’è che ti hanno mandato a casa?)… e poi tutte queste belle cose sono ampiamente spiegate su alcuni siti internet GRATIS!!! Se proprio ci tieni a spendere qualche soldo, esistono decine di libri dettagliatissimi sull’argomento.
Ma a questo punto, cosa puoi fare, se non sperare…? Ed eccoti lì, a colloquio con il tuo consulente...

 

Lui è PAGATO per trovarti un lavoro! Se non altro ha una motivazione… non è il solito “amicone” che ti dà mezzo aiuto, e poi scompare…
Al primo incontro, ti prepari a raccontargli un po’ di te, della tua vita professionale, delle tue qualifiche, dei tuoi anni di esperienza, delle tue aspettative… in fondo, per aiutarti deve capire bene che tipo di persona sei e a che cosa aspiri….
Il consulente arriva, si presenta ed esordisce: “Lei conosce le società di outplacement?”
Che la risposta sia positiva o negativa, nulla ti salverà dallo sproloquio sulla loro attività, su quanto siano bravi ed efficaci nel trovare collocamento a gente come te e su come si aspettano di lavorare per trovarti lavoro. Ovviamente, la società di outplacement non fa selezione del personale per le aziende, loro non sono head hunters… loro ti aiutano a contattare head hunters e società di selezione!
A questo punto il quadro è sempre più chiaro: per trovare lavoro dovrai passare dalla società di outplacement, a quella di selezione e poi all’azienda che dovrebbe assumerti (ovvero, 2 intermediari al posto di uno… alla faccia dell’efficienza!).
Quando il consulente ti illustra il modo in cui dovrai procedere, ti rendi conto che passeranno settimane, forse mesi, prima che il tuo curriculum arrivi sulla scrivania di un head hunter… ma in fondo, forse ti farebbe bene staccare la spina per un po’, prenderti un paio di mesi di relax e di riflessione…

 

Dopo una mezz’ora, nella quale tu hai pronunciato a mala pena il tuo nome e lui ti ha sommerso di informazioni pressoché inutili, credi sia arrivato il tuo turno di parlare… e invece no! Lui si alza, guarda l’ora… l’incontro è finito; lui aspetta i moduli compilati… per quando? Ma quando vuoi tu! Lui non ha fretta! Il problema è solo tuo!
Non gli interessa sapere che hai già fatto le autoanalisi che ti chiede, mesi prima, durante un corso… non gli importa un accidenti delle tue aspettative e dei tuoi vincoli… soprattutto, non ha alcuna intenzione di vedere il tuo curriculum così come l’hai scritto tu… perché tanto dovrai riscriverlo secondo i suoi criteri…
E’ inutile chiedergli suggerimenti su questo o quel settore o su un’eventuale avventura imprenditoriale: lui non fa analisi di mercato, non conosce il settore di cui gli parli… lui sa come si scrivono curricula e come si fanno i colloqui!
Riempi moduli per settimane, scrivi e riscrivi il tuo curriculum vitae fino alla nausea,

 

aspetti settimane per avere un consiglio dal tuo consulente e infine… lui ti invita per un secondo incontro… ovviamente a MILANO! Perché in Italia ogni business che si rispetti ha sede a MILANO!! Così anche tu ottieni il tuo diritto a fare code chilometriche all’ora di punta per un appuntamento di mezz’ora e a buttare via l’intera giornata in mezzo agli ingorghi e ai casini.
Cosa c’è di male nell’avere sede in città come Roma, Bologna, Firenze, Venezia, Napoli? No! Tutti devono stare a Milano!! Così ti sei giocato anche l’unico aspetto positivo della disoccupazione: non dover andare a Milano!

 

E tu vai a Milano per… ricorreggere quello che hai scritto, riempire altri moduli, parlare con la psicologa (!) … e poi… ?
Ma quando posso mandare il mio curriculum?!?!
Finalmente ti rendi conto che chi fa da sé fa per tre! E adotti il caro vecchio stile artigianale che hai usato in passato: prendi il tuo curriculum e lo spargi a quattro venti, rispondendo a tutti gli annunci utili che ti passano sotto il naso… per scoprire che, seguendo il tuo consulente, saresti disoccupato troppo a lungo per poterti pagare la benzina e l’autostrada ed andare a incontrarlo fino a Milano!!