IL PETROLIO
Cos’è ed a cosa serve
Il petrolio è una miscela di idrocarburi naturali complessa, contiene anche elementi composti azotati, ossigenati e solforati, ma in piccole quantità.
Trascurabili le tracce di acqua e sali minerali. Definito oro nero, il petrolio presenta un colore tendenzialmente molto scuro dovuto per lo più alle impurità contenute; lo si estrae da giacimenti che si trovano nel sottosuolo, con trivellazioni in profondità che possono raggiungere gli 8 – 10 chilometri. Al momento dell’estrazione e prima di qualsiasi lavorazione il Petrolio viene definito greggio o grezzo. Il greggio in sintesi è composto per circa l’85% da carbonio, 12,5% idrogeno, fino al 10% zolfo, 2% ossigeno e 0,5% azoto.
La qualità del petrolio viene definita da una serie di caratteristiche: il punto di ebollizione (tanto più alto quanto minore è la presenza di idrocarburi), il contenuto di zolfo (maggiore è la presenza, minore è il valore del petrolio, perchè lo zolfo influisce negativamente sulla qualità dei prodotti finiti ottenibili), la viscosità (un fattore che può variare molto e se molto alto, come per gli scisti bituminosi ed i petroli neri, può rendere difficoltoso lo scorrimento e richiedere quindi ulteriori accorgimenti per l’estrazione), il peso specifico (utile soprattutto se considerato con la composizione di idrocarburi presenti ed indicativo della resa in termini di prodotti leggeri e pesanti). Un altro fattore importante è il costo di estrazione, che può variare di molto a seconda di dove si trovi il giacimento.
Dal Petrolio si ottengono molti prodotti, ma i principali sono i carburanti. Dalla sua lavorazione, che viene effettuata in più fasi nelle raffinerie, si ottengono benzine, cherosene, gasolio, olio lubrificante, gas (come il metano ed il propano), paraffine e cere (usate per la fabbricazione di candele e la cera per i pavimenti, tra l'altro) e bitume (dal residuo rimanente). Dal Petrolio raffinato si ottengono -
I costi di estrazione e le riserve mondiali
La determinazione dei costi di estrazione del greggio dipende da una serie di fattori, non sempre quindi si riesce ad essere precisi e soprattutto a paragonare i costi di un giacimento con quelli di un altro.
In linea generale però possiamo dire che estrarre greggio nell’artico può costare circa 50$ al barile, mentre l’estrazione di quello offshore (acque profonde) si aggira sui 40$ al barile – nel mare del nord può arrivare anche a 50$ al barile -
Spesso viene presentato un costo al barile ben più alto, ma in realtà quello che i media sbandierano è il Fiscal Break-
Ovviamente da tutti i costi sopra esposti sono esclusi quelli sanitari e sociali, perché estrarre petrolio crea instabilità nella crosta terrestre ed inquinamento pesante delle falde acquifere.
Le riserve mondiali stimate di petrolio sembrano essere ancora ingenti, anche se talune voci minoritarie sostengono che tra qualche anno saremo a secco. Di seguito i maggiori Paesi detentori di oro nero, i cui giacimenti comprendono la maggior quota dei complessivi 1.690 miliardi di barili totali
circa stimati: (dati in miliardi di barili)
Venezuela 296
Arabia Saudita 264
Canada 175
Iran 158
Iraq 142
Kuwait 101
Emirati Arabi Uniti 98
Russia 87
Libia 47
Nigeria 37
Stati Uniti 44
Kazakistan 30
Qatar 25
Cina 22
Brasile 14
Algeria 12
Messico 10
All’attuale livello di produzione e considerando le dinamiche del mercato petrolifero, si può stimare che tra circa 60 anni il mondo dovrà trovare alternative valide al petrolio, perché si producono 92 milioni di barili al giorno e ne vengono consumati circa 90 (dati 2014).
Il mercato del petrolio tra realtà e speculazione
Gli strumenti a disposizione degli speculatori finanziari sono diversi: i contratti futures, gli EFP (Exchange of Futures for Phisycal), le opzioni su futures, gli swap e i CFD (Contract For Difference).
La dinamica di negoziazione dei futures sul petrolio greggio è relativamente semplice. La dimensione del contratto è diversa per ogni singolo contratto future, come anche varia il margine richiesto per operare. Un contratto sul greggio rappresenta 1.000 barili, pertanto per ogni dollaro di movimento del prezzo del petrolio greggio il contratto futures aumenta o diminuisce del suo valore per 1.000 dollari.
Sulla base di quello che si prevede, cioè se il prezzo del greggio salirà o cadrà, si decide se si vuole aprire una posizione lunga (comprare) o corta (vendere), tenendo presente che in generale gli operatori trattano qualcosa di cui non dispongono (perché comprano e vendono carta e raramente o mai eseguono il contratto) e lo fanno con i soldi che non hanno (perché grazie al sistema del margine devono mettere fisicamente sul tavolo solo un piccola percentuale).
Attualmente si negoziano due tipi di contratti: il light crude ed il Brent – che dopo le difficoltà estrattive incontrate negli ultimi anni è stato unificato con gli altri petroli provenienti dal mare del nord (Forbes, Oseberg e Ekofisk) creando così un nuovo mercato fisico chiamato Bfoe.
Il petrolio scambiato sul mercato fisico, che comprende gli scambi riguardanti i carichi di greggio disponibile presso i porti di carico, può essere trattato sul mercato spot, che riguarda la negoziazione di greggio effettuato su un determinato quantitativo di petrolio disponibile in una data e luogo stabiliti oppure su quello forward. Nel mercato spot sono compresi anche i carichi di greggio che si trova già stoccato a bordo delle navi in viaggio. Questo mercato viene anche chiamato mercato del dated Brent, oppure mercato wet. Gli scambi di greggio che comportano un impegno a consegnare una predefinita quantità di petrolio in un determinato giorno del mese sono effettuati sul cosiddetto mercato forward. I contratti forward si stipulano con un anticipo rispetto alla data di carico di minimo 21 giorni e, se pattuito preventivamente, alla scadenza del contratto, la consegna fisica del petrolio può anche non avvenire. In quest’ultimo caso, la controparte che si trova in utile lo monetizza ottenendolo dalla controparte che si trova in perdita.
I consumi e gli impieghi
Il consumo di petrolio è un dato molto importante, in primo luogo perché permette di fare stime sulla durata della risorsa, poi perché evidenzia taluni aspetti di dipendenza e conseguentemente di esposizione alle manovre geopolitiche messe in atto da alcuni Paesi.
A livello mondiale l’attuale consumo di petrolio si aggira sui 35.950 milioni di barili all’anno, a fronte di una produzione di circa 35.697 milioni di barili annui, che segna tra l’altro il nuovo record di sempre. I paesi che maggiormente consumano petrolio sono: