In una mattinata tranquilla ricevo una telefonata da una società che organizza corsi di formazione e che sta valutando la mia candidatura come docente. La disperazione della donna all’altro capo del telefono è evidente, dato che deve aver ripescato il mio curriculum da un vecchio back-up di dati nel loro archivio elettronico, dove giaceva da mesi, forse da anni, totalmente negletto.

Le presto comunque la massima attenzione, come si conviene ad un disoccupato che sia seriamente alla ricerca di un lavoro, per scoprire che io sono probabilmente la loro ultima speranza: si tratta infatti di organizzare e gestire ben 2 corsi di formazione nella stessa settimana, avendo al massimo quattro giorni per prepararli entrambi! Ma c’è di più: nel mio splendido ed impeccabile curriculum vitae mancherebbe un’esperienza recente nel settore, che il datore di lavoro ritiene essenziale. La questione è tanto importante che la responsabile della selezione mi domanda per ben tre volte se io non abbia in effetti lavorato come docente negli ultimi tempi, in qualunque modo o forma, con qualunque tipo di contratto (o anche senza). “Beh, me lo ricorderei”, penso io, certo di non aver ancora l’Alzheimer …

Cerco comunque di accontentarla come posso, prima che si metta a piangere al telefono: in fondo tutti noi insegniamo qualcosa agli altri quasi ogni giorno, nel nostro piccolo. Con un po’ di diplomazia e di tatto, alla fine, le concedo un “Non ho insegnato a livello professionale …”. “Bene!”, esulta la voce nel mio telefono, “Allora mi mandi un curriculum aggiornato e le farò sapere qualcosa a breve”. Aggiornato?!? Se io non lavoro da quando vi ho mandato l’ultimo curriculum, cosa dovrei aggiornare?!? Ma che importa … se la cosa vi rende più felici, ci metto due minuti a mandarvi lo stesso documento.
A stretto giro di posta, mi risponde la disperata e mi telefona 1,5 secondi dopo avermi inviato l’email, per verificare se io l’abbia letta (forse pensa che io sia collegata ai server della NASA per poter ricevere e leggere in tempo reale … ma no, che dico? anticipando i tempi … chi è Doctor Who confronto a me?).


Nell’urgentissima email inviatami, trovo una richiesta un po’ insolita: “inserisca che negli ultimi mesi ha svolto lavoro come libero professionista in qualità di docente delle seguenti materie”; segue un elenco esaustivo e dettagliato delle materie che, secondo lei, avrei insegnato. Ovvero, tra le righe si legge: “Sono così disperata che le chiedo formalmente di truffarmi, inviandomi un palese falso, così che io possa consapevolmente truffare il mio cliente ed i partecipanti al corso. In fondo, ci guadagneremo entrambi!”. Per chi mi ha preso? Per un socio de “Il gatto e la volpe fan club”?

Se la realtà non conta nel mondo del lavoro 2.0, perché non sbizzarrirsi un po’ di più e guadagnare cifre astronomiche, anziché limitarsi ad un misero sacchetto di monete? In altre parole, se aveste bisogno di un’astronauta per l’ESA, andando di fantasia come proponete di fare, potrei anche scrivere sul curriculum che sono rientrata giusto ieri da una gita su Nettuno, ho parcheggiato la mia astronave in giardino e sono disponibile per nuove fantastiche avventure. Datemi solo il tempo di una doccia e di fare il pieno di antimateria e sarò pronto a ripartire domani … ma dopo l’ora di punta perché non mi piace rimanere bloccato nel traffico dei decolli mattutini.


Tornando a questioni più terrestri, mi permetto di meditare per almeno 25 secondi sulla sua richiesta prima di distruggere tutti i sogni della mia interlocutrice, informandola che non mi sembra affatto corretto mentire in modo così spudorato sul mio curriculum, anche in considerazione delle possibili conseguenze legali e tributarie. Vista poi la sua propensione a gestire gli affari con tanta creatività ed in preda a voli pindarici, mi permetto anche di puntualizzare che, fatta eccezione per i romanzi fantasy, io apprezzo molto alcuni dettagli concreti e banali, come un formale contratto di lavoro con clausole ben definite, che mi venga sottoposto prima che io investa tempo e denaro in una qualunque attività. Le faccio anche notare che, mentre lei si trastulla felice nel Paese delle Meraviglie, la data dei corsi si avvicina e le possibilità di organizzare il lavoro adeguatamente si assottigliano.



Ovviamente la mia mancanza di creatività nella rivisitazione del curriculum non era prevista e sortì una reazione piuttosto negativa: ricevetti un’ultima telefonata dal mondo delle fate, nella quale una donna costernata si rammaricava di non potermi conferire l’incarico per mancanza dei requisiti e, con un ultimo tentativo in extremis, mi suggeriva velatamente di ripensare alla mia carriera con un pizzico di fantasia in più, usando a mia discrezione il suggerimento nato dalla sua mente obnubilata da una troppo fervida immaginazione, aggiungendo fantasie tutte mie, per una soluzione più conforme ai miei gusti in fatto di fiabe.


La liquidai senza alcun ripensamento, certo che tra milioni di disoccupati disperati avrebbe trovato un cantastorie più esperto e creativo di me. Forse non sarà un buon docente, ma certo saprà intrattenere i corsisti!